giocasta

Conoscete il famoso "Complesso di Edipo"? Ricordate anche la storia da cui ha origine il nome? Forse sì, ma cogliamo l'occasione di questo Women's Wednesday per ripassarla! La Mulier Clara di questa settimana, infatti, altri non è che Giocasta, madre di Edipo.

Giocasta, moglie di re Laio, era regina della città di Tebe. La coppia era stata avvertita dall'Oracolo di Delfi di non avere figli, altrimenti uno avrebbe finito per uccidere il re e sposare Giocasta. Tuttavia Laio una sera si ubriacò e la coppia concepì così Edipo. Il re ordinò che il bambino, a cui erano stati legati i piedi e perforate le caviglie, fosse abbandonato sulla cima di una montagna; a sua insaputa, però, un pastore ebbe pietà di Edipo e lo portò alla corte di Polibo, re di Corinto, che decise di crescerlo come suo figlio.

Una volta adulto, Edipo sentì voci sulle proprie origini e, consultato a sua volta l'Oracolo di Delfi, si vide confermare la profezia iniziale che lo vedeva uccidere il padre e sposare la madre. Convinto che il re e la regina di Corinto fossero i suoi genitori biologici, Edipo fuggì dalla città nel tentativo di proteggerli. Fu così che il giovane incontrò proprio Laio e finì per ucciderlo a seguito di una lite. Giunto a Tebe, Edipo diventò un eroe sconfiggendo la Sfinge che da tempo terrorizzava la città. Tebe elesse così Edipo come proprio re, combinandone anche il matrimonio con Giocasta. La profezia dell'Oracolo si era quindi compiuta.

Giocasta diede alla luce ben quattro figli prima di scoprire la verità sul nuovo marito; una volta venuto a conoscenza dei propri peccati, Edipo si trafisse e cavò gli occhi. Secondo la versione della storia data da Sofocle la regina si impiccò subito; secondo Euripide, al contrario, Giocasta continuò a vivere nella vergogna fino a quando i due figli maschi si uccisero a vicenda in uno scontro per la corona. Vinta infine dal dolore, la regina si suicidò.


“Giocasta”, miniatura tratta dal manoscritto “Cas des nobles hommes et femmes”, ms. Français 12420, c. 35r, XV secolo, Bibliothèque Nationale de France, Département des manuscrits, Parigi.

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