NUOVA LUCE SULL’ARS ILLUMINANDI

Tramandato finora da un unico testimone di provenienza non documentata, il Ms. XII.E.27 della Biblioteca Nazionale di Napoli, realizzato tra il XIV e il XV secolo e noto come De arte illuminandi, ha goduto negli ultimi due secoli di una notevole fortuna editoriale, dovuta alla razionale organizzazione della materia (incentrata sulla produzione e messa in opera dei pigmenti e coloranti destinati alla miniatura) e culminata, soprattutto sotto l'aspetto chimico-fisico, nell'edizione di Franco Brunello del 1975. Recentemente, Cristiana Pasqualetti, una studiosa da sempre attenta al patrimonio librario del territorio aquilano, ha rinvenuto presso l'Archivio di Stato dell'Aquila un altro testimone del celebre trattato (Ms. S 57), curandone per Sismel – Edizioni del Galluzzo una puntuale, esauriente esegesi caratterizzata da un approccio pluridisciplinare: codicologico, paleografico, linguistico, filologico e storico-artistico. Provvista anche di titolo (Libellus ad faciendum colores dandos in carta), la nuova fonte, appartenuta al beato Bernardino da Fossa, illustre esponente dell'Osservanza francescana, ho così permesso, anche attraverso un'accurata opera di collazione, di migliorare notevolmente la comprensione del testo, dando risposta a quesiti fondamentali come la cronologia e l'ambito di composizione e circolazione del trattato. Preceduto da un ampio studio introduttivo e dalla riproduzione integrale del codice, il testo critico – con traduzione a fronte – è corredato di un glossario e di un saggio di Paolo Bensi sulle materie coloranti. Il libro: Cristiana Pasqualetti, Il Libellus ad faciendum colores dell'Archivio di Stato dell'Aquila. Origine, contesto e restituzione del “De arte illuminandi”. Studio introduttivo, facsimile, testo e traduzione a fronte, con un saggio di Paolo Bensi, presentazione di Alessandra Perriccioli Saggese, collana “Micrologus' Library”, 43, Sismel – Edizioni del Galluzzo, Firenze, € 45,00.
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