La regina Elisabetta I era un uomo travestito?

Lo affermava già Bram Stoker un secolo fa: la regina d'Inghilterra Elisabetta I (1558-1603) era un uomo travestito. A riaccendere i riflettori sulla presunta "bugia più grande della storia inglese" è il nuovo libro di Steve Berry, che ripercorre due secoli di ricerche storiche volte a svelare la vera identità della "regina vergine".

Secondo questa teoria, il re Enrico VIII spedì la piccola figlia Elisabetta nella località di Bisley, nella Contea di Gloucester, per metterla al riparo da un’epidemia di peste. A causa della morte improvvisa della fanciulla, la governante e il tutore decisero di non rivelare al re la tragica notizia e sostituirono la principessa con un bambino di Bisley che aveva la stessa età e gli stessi capelli rossi di Elisabetta. Da allora questo bambino di dieci anni sarebbe stato cresciuto come una ragazza, fino a diventare regina.

A sostegno di questa teoria ci sarebbero numerosi elementi: dalle calvizie di Elisabetta - per celare le quali indossava sempre pesanti parrucche - al trucco così abbondante da farla sembrare una maschera, dal desiderio di essere vestita sempre dalla stessa governante dell'infanzia fino alla scelta di non sposarsi mai. Vicina alla morte, lasciò specifiche istruzioni affinché nessuno vedesse il suo corpo. Un segreto destinato a rimanere tale per sempre, ma a cui forse la regina stessa alluse quando dichiarò: “I have the heart of a man, not a woman, and I am not afraid of anything”.

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