L’incontro dei Tre Vivi e dei Tre Morti

L'incontro dei tre vivi e dei tre morti A partire dal XIII secolo un nuovo tema comincia a farsi strada nell'iconografia di numerosi manoscritti ed edifici religiosi: l'incontro fra tre vivi e tre morti. Protagonisti sono tre giovani nobili riccamente vestiti: durante una battuta di caccia questi ultimi si imbattono in tre cadaveri in putrefazione da cui giunge un avvertimento quasi profetico,"Vous serez ce que nous sommes" ("Voi sarete quel che noi siamo"). Ai nobili, terrorizzati e in fuga, appare però una Croce, segno che l'incontro con i tre morti è avvenuto per volere divino. Come in una sorta di "parabola medievale", infatti, il punto focale della leggenda dell'Incontro risulta essere non tanto la Morte in sé (come invece nei Trionfi della Morte e nelle Danze Macabre largamente diffusi dopo il XV secolo), quanto piuttosto la morale stessa del racconto: pur ribadendo l'inevitabilità della morte e della decomposizione, di cui l'iconografia medievale già pullulava, l'Incontro sembra guardare ad essa sotto un punto di vista più spirituale. Altre varianti del racconto, inoltre, aggiungono un'ulteriore sfumatura alla sua morale, rappresentando i tre morti come tre religiosi di alto rango che si rivolgono ai giovani nobili avvertendoli che «potere, onore, ricchezza sono vani» di fronte all'inesorabilità della morte. Il tema appare per la prima volta in quattro poemi francesi risalenti alla fine del XIII secolo ed ora conservati presso la Bibliothèque de l'Arsenal a Parigi; numerose sono però le rappresentazioni pittoriche attraverso l'intera Europa. Tra le raffigurazioni tutt'ora ammirabili in Italia ricordiamo gli affreschi del Duomo di Atri in Abruzzo e dell’abbazia di Vezzolano presso Albugnano d’Asti, così come quelli  situati nella Chiesetta di Nostra Signora de Sos Regnos Altos a Bosa, nell'Oristanese, e nel Camposanto di Pisa.   "La leggenda dei tre vivi e dei tre morti", miniatura tratta dal manoscritto "Libro delle Ore ad uso di Bourges", ms. Lewis E 86, c. 113r, 1500-1510 circa, Free Library of Philadelphia.
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