A volte ritornano: in mostra in Italia i capolavori ceduti a Parigi

Il Museo Jacquemart-André di Parigi vanta, dopo il Louvre, la più ricca collezione di Rinascimento fiorentino in terra di Francia grazie alle centinaia di capolavori acquistati a fine Ottocento a Firenze: un nucleo preziosissimo composto da dipinti di Botticelli, Mantegna, Paolo Uccello, Luca Signorelli, Alesso Baldovinetti, sculture di Donatello e Giambologna, bronzetti, mobili, ceramiche. Anche se per pochi mesi, trenta capolavori del Museo parigino faranno ritorno per la prima volta in Italia, in occasione della mostra "Il Rinascimento da Firenze a Parigi. Andata e ritorno" che si apre il 6 settembre a Villa Bardini (Firenze), la dimora-atelier del mercante che li alienò.

Andrea Mantegna, "Ecce Homo" (1500 circa). Paris, Musée Jacquemart-André – Institut de France © Culturespaces - Musée Jacquemart-André, già collezione Stefano Bardini
Andrea Mantegna, "Ecce Homo" (1500 circa). Paris, Musée Jacquemart-André – Institut de France © Culturespaces - Musée Jacquemart-André, già collezione Stefano Bardini

A cavallo tra Ottocento e Novecento, contemporaneamente alla nascita del mito di Firenze e del Rinascimento, la febbre del collezionismo contagiò la parte più colta della ricca borghesia europea e americana. A questo "innamoramento" per l'arte italiana corrispose tuttavia un vero e proprio saccheggio del patrimonio artistico nazionale, largamente disponibile sul mercato antiquario in quegli anni post unitari e colpevolmente lasciato libero di espatriare. La straordinaria collezione Jacquemart-André si è appunto formata in quel periodo, non diversamente da quelle dei maggiori musei internazionali, con anni di acquisti selezionati e intelligenti, con in più la passione per l’arte di due coniugi innamorati, colti e lungimiranti, oltre che molto facoltosi.

Edouard André, erede di una famiglia di banchieri dell’aristocrazia imperiale, amico e compagno d’arme di Napoleone III, lasciò prima l’esercito, poi la politica, con lo scopo preciso di colmare di tesori artistici il grandioso palazzo-museo fatto costruire a Parigi sull’esclusivo Boulevard Haussmann. Nélie Jacquemart era invece pittrice, ritrattista della buona società. Si sposarono entrambi già in età avanzata e, grazie a lei, Andrè si innamorò dell’Italia e dei maestri del Rinascimento. A partire dal 1882, ad ogni anno corrispose dunque un viaggio a Firenze dove trovarono in Stefano Bardini l’interlocutore ideale, un mercante-agente abile e fornitissimo, dal quale acquistarono i capolavori, a centinaia e di ogni genere, che oggi fanno del Museo Jacquemart-André uno degli splendori di Francia. Rimasta vedova nel 1894, Nélie continuò a frequentare Firenze e a fare acquisti fino alla morte (1912), quando lasciò allo Stato palazzo e collezioni con il vincolo di farne un museo pubblico. L’arte, diceva in accordo col marito, deve essere condivisa.

Un anno dopo, nel 1913, il Musée Jacquemart-André era già realtà e oggi festeggia 100 anni. Un compleanno che non poteva essere festeggiato in modo migliore, con il ritorno "a casa" dei capolavori del Rinascimento.

La mostra - che resterà aperta fino al 31 dicembre 2013 - è curata da un’equipe di specialisti italo-francese (Giovanna Damiani, Marilena Tamassia, Nicolas Sainte Fare Garnot). Un progetto posto sotto la diretta tutela di Cristina Acidini, Soprintendente Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della città di Firenze, e di Gabriel De Broglie, Cancelliere dell’Institut de France, le due istituzioni che promuovono l’evento insieme alla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e al Museo Jacquemart-André con la società di gestione Culturesespaces presieduta da Bruno Monnier.

Per maggiori informazioni: Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron

Sandro Botticelli, "Madonna col bambino" (1470). Paris, Musée Jacquemart-André – Institut de France © Culturespaces - Musée Jacquemart-André
Sandro Botticelli, "Madonna col bambino" (1470). Paris, Musée Jacquemart-André – Institut de France © Culturespaces - Musée Jacquemart-André
 
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