Mille e ancora Mille

"Angel and the serpent", illumination from the "Welles Apocalypse", ms. Royal 15 D II, f. 194r, first quarter of 14th century, British Library, London.

Il profilo ufficiale di Folia Magazine su Instagram ha da poco raggiunto i 1000 follower! Per festeggiare, abbiamo pensato di dedicare un approfondimento all’origine del celebre detto “Mille e non più mille”, notoriamente risalente alla paura per la fine del mondo nell’anno 1000 d.C. Ma si tratta della verità? I nostri antenati temevano davvero che l’arrivo del nuovo millennio avrebbe coinciso con la fine dei tempi? Quali tracce sono arrivate a noi? Quello che abbiamo scoperto durante nostra ricerca è stato più interessante di quanto avessimo anticipato.

La “crisi” dell’anno 1000, come probabilmente ci si aspetterebbe dall’Europa medievale, aveva molto a che vedere con la religione. Si dice, infatti, che questi timori si basassero sull’interpretazione di un passaggio dell’Apocalisse (o Libro della Rivelazione):

Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e che aveva la chiave dell'abisso e una gran catena in mano. Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni, poi lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo.

E quando quei mille anni saranno compiuti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione.

(Apocalisse 20, 1-3; 20, 7)

Secondo l’interpretazione di questi versi, Satana sarebbe stato liberato esattamente mille anni dopo l'avvento di Cristo; con l’avvicinarsi di questa data, quindi, il mondo entrò nel panico, poi però non accadde nulla e tutti tornarono alle loro vite quotidiane. Non così diverso dalle preoccupazioni riguardo all'Apocalisse Maya del 2012 o al Millennium Bug di 20 anni fa, vero?

Beh, in realtà sì. In molti, infatti, ritengono che non ci sia in realtà alcuna prova (o quasi) che i cosiddetti “Terrori dell’anno Mille” si siano mai verificati: nonostante siano arrivati a noi numerosi annali riguardo il periodo in questione, nessuno di questi sembra segnalare casi di panico di massa come quelli che ci si potrebbe aspettare. Molti storici moderni (uno fra i primi fu George Lincoln Burr all’inizio del XX secolo) sono oggi d’accordo nel sostenere che la maggior parte delle persone non fosse neanche al corrente della presunta Fine del Mondo, essendo la Bibbia ancora disponibile solo in latino e solo per le classi più alte. Dato, poi, che in Europa convivevano allora numerosi calendari e metodi di datazione, l’identificazione di una data precisa e comune a tutti sembra essere un’ulteriore problematica.

"Angel with key and dragon", illumination from the "Queen Mary Apocalypse", ms. Royal 19 B XV, f. 38v, first quarter of 14th century, British Library, London.

Altri storici, inoltre, sottolineano quanto la Cristianità medievale, spesso ortodossa nelle sue dottrine, non avrebbe permesso un’interpretazione “realmente” apocalittica del Libro della Rivelazione, in quanto esplicitamente vietato dallo stesso Agostino. In breve, questa scuola di pensiero nega l’esistenza di una qualsiasi forma di panico in quel periodo particolare e sostiene che i “Terrori dell’anno Mille” furono una mera creazione degli storici Romantici di metà Ottocento

Come ribattono, dunque, quegli storici che ritengono invece che l'anno 1000 sia stato davvero un momento di grande subbuglio?

Più recentemente, alcuni storici come il professor Richard Landes hanno concentrato i propri studi sulla possibilità che i Terrori dell’anno Mille siano stati più della frenesia terrorizzata che ci si aspettava. In uno dei suoi saggi, infatti, Landes sostiene che sia l’idea Romantica dell’anno 1000, che le posizioni “negazioniste” siano in sé errate nel supporre che la fine del mondo sarebbe stata automaticamente temuta; per molti credenti, al contrario, la fine dei tempi costituiva una scintilla di speranza a lungo attesa.

L'Apocalisse avrebbe infatti coinciso con il Giudizio Universale, grazie al quale i poveri e i miti avrebbero ereditato la Terra, mentre i loro oppressori sarebbero stati finalmente puniti per i propri peccati. Nonostante fosse alla base del famoso “Discorso della Montagna” di Gesù, va da sé che questa idea fosse anche carica di un grande significato politico: era in tutto l’interesse delle classi dominanti (nobiltà e clero, detentori sia del potere secolare che di quello temporale) opporsi ad una visione così sovversiva. Alla luce di ciò, non dovrebbe quindi sorprendere la scarsità di prove scritte e ben documentate, dato che la parola scritta era quasi totalmente nelle mani della Chiesa e dei potenti; come abbiamo detto, inoltre, potrebbe non esserci stata alcuna “paralisi” della società, e quindi nessun avvenimento particolare da essere riportato negli annali.

Ribadendo l'importanza di una "speranza apocalittica", Landes porta alla discussione alcuni esempi che potrebbero provare come l’avvicinarsi del nuovo Millennio abbia avuto più influenza sulle persone di quanto si credesse: movimenti religiosi come la cosiddetta “Pace di Dio”, con le sue idee di redenzione dopo un periodo di disastri e penitenza, così come l’aumento dei pellegrinaggi verso la Terra Santa o della venerazione dei santi e delle loro reliquie, infatti, potrebbero avere la loro origine nell’attesa di una fine - o, al contrario, di una nuova era.

Potete leggere il saggio di Landes nella sua interezza a questo indirizzo.

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