Come ogni mercoledì, anche oggi ci ritroviamo per il nostro appuntamento dedicato alle donne illustri! Questa settimana la protagonista è la siciliana Armonia, esaltata da Boccaccio per la sua forza d’animo e la sua compassione.

Figlia di Gelone, fratello del tiranno di Siracusa Ierone, sarebbe inizialmente sopravvissuta alla strage della famiglia reale, divenuta invisa ai Siracusani, grazie al sacrificio di una serva. La vicenda avrebbe avuto luogo nel 214 a.C., quando il figlio di Ierone, Ieronimo, asceso giovanissimo al comando della città, divenne ben presto odiato dal popolo per la sua crudeltà. A tal punto che, in una sommossa popolare, vennero uccisi sia lui che Andranodoro, genero di Ierone, Temistio, cognato di Ieronimo, e persino le figlie di Ierone, Damarata ed Eraclia. Per salvare Armonia, la sua nutrice fece allora in modo di presentare al suo posto una fanciulla della stessa età, dopo averla vestita con abiti reali. Anche se la serva fedele si fece uccidere senza rivelare la sua vera identità, Armonia non riuscì ad accettare di vivere grazie al sacrificio di un’innocente: mostrandosi quindi apertamente ai carnefici, manifestò la sua reale identità e venne uccisa a sua volta.

Il coraggio e l'onestà di Armonia, che rifiutò di vivere a spese di un'altra, la rese degna delle lodi di Boccaccio e, ancor prima, di Valerio Massimo. Seppur privata così giovane della vita, è rimasta immortale nel tempo proprio grazie a questa sua determinazione nell'affrontare la morte.


“Armonia”, miniatura tratta dal manoscritto “De Mulieribus Claris”, decorato da Robinet Testard, ms. Français 599, c. 59r, 1488-1496, Bibliothèque Nationale de France, Département des Manuscrits, Parigi.

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