MICHELANGELO, RICOMPOSTI I FRAMMENTI DEL SAN GIOVANNINO

Sarà esposto al Museo di Palazzo Grimani di Venezia fino al 23 febbraio 2014 il celebre San Giovannino di Úbeda, da molti attribuito a Michelangelo, i cui frammenti sono stati oggi ricomposti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. La statua in marmo raffigurante San Giovannino, di proprietà della Casa Ducale di Medinaceli, fu gravemente danneggiata durante la guerra civile spagnola, nel 1936, quando era collocata a ornamento della nicchia sull’altare della cappella funeraria di Francisco di Los Cobos de El Salvador di Úbeda, in Andalusia. Grazie a un complesso lavoro di restauro curato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la statua è stata oggi ricostruita. Il modello virtuale, elaborato sulla scorta delle fotografie antiche, ha consentito di ricomporre i numerosi, ma non completi, frammenti in cui era ridotta la scultura, determinandone l’esatta posizione nell’insieme. Torna così apprezzabile un capolavoro della scultura fiorentina della fine del XV secolo per la cui paternità, secondo gli studi recenti condotti da Francesco Caglioti, si conferma il nome di Michelangelo Buonarroti. Le biografie michelangiolesche, a partire da quella di Ascanio Condivi, stesa sotto la diretta supervisione del maestro, riportano la notizia, ripresa da Vasari nella seconda edizione delle Vite (1568), che egli eseguì in marmo tra il 1495 e il 1496 un San Giovannino per Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici. Tuttavia l’opera sembrò presto scomparire dalla vista e negli studi critici per i secoli a venire, fino al XIX secolo. La riduzione in frammenti completò l’opera, confinando e apparentemente condannando la statua a un destino che sembrava ormai definitivo. Gli studi recenti di Caglioti hanno invece consentito di ripercorrere, partendo dalla biografia di Condivi e dalla ricerca archivistica condotta dallo studioso, con il supporto di materiale fotografico sistematicamente ricercato ed individuato, vicende che oggi permettono di colmare lacune secolari. Sulla scorta dei documenti rinvenuti, lo studioso può dunque affermare che la statua fu un dono speciale che Cosimo I de’ Medici inserì tra i preziosi omaggi inviati in Spagna a Francisco de Los Cobos, personaggio chiave della politica e della diplomazia imperiale spagnola in Italia, per il sostegno ricevuto nella sua scalata al potere sia dall’Imperatore Carlo V, che dal suo potentissimo Primo segretario, Francisco de Los Cobos, coltissimo e appassionato collezionista, a cui non fecero mancare riconoscimenti artistici i Signori delle diverse corti italiane. Alla fine della mostra la statua tornerà a Úbeda, nella cappella funeraria del Salvatore. Per maggiori informazioni: Palazzo Grimani
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