Terzo Concilio di Costantinopoli
Il 7 novembre 680 si aprì il Terzo Concilio di Costantinopoli, convocato e presieduto dall'imperatore bizantino Costantino IV. Scopo del Concilio era discutere della validità di dottrine teologiche quali monotelismo e monoenergismo, correnti al tempo largamente diffuse in oriente ma fortemente in contrasto con le idee delle Chiese di Roma e Gerusalemme. Il conflitto fra le diverse correnti era visto come potenzialmente pericoloso per gli equilibri interni dell'Impero Bizantino: fu per questo motivo che Costantino IV decise di celebrare un concilio ecumenico come tentativo per ristabilire l'unità nella Chiesa. Esito del Concilio fu il riconoscimento di due nature e due volontà in Cristo, quella umana e quella divina, unite in lui in completa armonia e senza alcuna separazione.
In seguito alla condanna del monotelismo vennero deposti e scomunicati coloro che lo avevano maggiormente sostenuto durante il concilio stesso, i patriarchi Macario I di Antiochia e Giorgio I di Costantinopoli; allo stesso modo fu condannato papa Onorio I, settantesimo Papa della Chiesa cattolica che, durante il suo mandato fra il 625 e il 638, aveva appoggiato il monotelismo. Fu proprio il caso di questo "papa eretico", in seguito, a costituire una delle principali opposizioni al dogma dell'infallibilità papale formulato durante il Primo Concilio Vaticano del 1870.
"Terzo Concilio di Costantinopoli", miniatura tratta dalla "Cronaca di Costantino Manasse", ms. Vat.slav.2, c. 124r, XIV secolo, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano.
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