Tutto pronto per “La Primavera del Rinascimento”

Dal 23 marzo al 18 agosto 2013 Palazzo Strozzi a Firenze ospiterà  la grande mostra "La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze, 1400-1460". La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo del Louvre, illustrerà la genesi del Rinascimento attraverso 140 capolavori, molti dei quali opere di scultura: l’arte che per prima se ne è fatta interprete. 

L’esposizione si apre con una suggestiva panoramica attorno alla riscoperta dell’Antico, attraverso esempi illustri della “rinascita” fra Due e Trecento, con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, che assimilano anche la ricchezza espressiva del Gotico, in particolare di origine francese. L’età nuova si apre assieme al nuovo secolo: con i due rilievi del Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per la Porta del Battistero, e con il modello della Cupola brunelleschiana, che riassumono al più alto vertice espressivo il momento fondante del primo Rinascimento. La scultura pubblica monumentale, attraverso i capolavori di Donatello, Ghiberti, Nanni di Banco, Michelozzo realizzati per i grandi cantieri della città – la Cattedrale, il Campanile, Orsanmichele – è la prima e più alta testimonianza della creazione di un nuovo stile, di questa trasformazione in atto e dell’esaltazione di Firenze e della sua civiltà.

L’esposizione illustra inoltre altri temi significativi dell’antichità classica che, attraverso la scultura specialmente donatelliana, vennero assimilati e trasformati nel nuovo linguaggio rinascimentale, a testimonianza del clima spirituale e intellettuale della città, oltre che del suo fervore creativo. Le ricerche di uno spazio “razionale” e l’invenzione della prospettiva brunelleschiana, trovano proprio nella scultura le loro formulazioni più avanzate – in particolare, nei bassorilievi donatelliani, come la predella del San Giorgio, dal Bargello, e il Banchetto di Erode dal Museo di Lille – con un seguito che tocca la metà del secolo in opere di Desiderio da Settignano o di Agostino di Duccio, a confronto con la pittura, anche antica.

Attorno al simbolo assoluto della città, rappresentato dal modello ligneo della Cupola di Santa Maria del Fiore, si presenta dunque una rassegna di tipologie e di tematiche scultoree determinanti anche per l’evoluzione delle altre arti figurative, a diretto confronto con i precedenti classici: dalle tombe degli umanisti alla rinascita del monumento equestre e del ritratto scolpito. Attorno a quest’ultimo, che vede la sua genesi verso la metà del secolo nei busti marmorei di Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Antonio Rosellino, si prefigura il passaggio dalla fiorentina libertas, rappresentata dalla committenza pubblica a un mecenatismo privato, che porta già il segno dell’egemonia medicea. In questa prospettiva, la mostra si chiude con quella della più illustre dimora privata del Rinascimento, attraverso il Modello ligneo di Palazzo Strozzi.

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